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Notre-Dame brucia. Noi con essa.

Storia, simbolo, memoria, un sogno: Notre-Dame era ed è tutto ciò, ma soprattutto è segno, il segno della speranza.

Così la notizia di ieri sera ci coglie impreparati, distruggendo quel desiderio limpido, cristallino ed ingenuo che qualcosa di noi resti e che a rimanere sia proprio la bellezza, la bontà di un’opera. L’urgenza profonda che i nostri posteri guardino all’animo umano nella sua espressione più vera è in fiamme con la chiesa francese, perché, come abbiamo sentito ripetere migliaia di volte, la bellezza salverà il mondo e noi, in fondo, ci crediamo terribilmente.

Le bacheche dei social, il flusso di messaggi, i monitor delle televisioni…, tutto era rivolto alle lingue di fuoco che inghiottivano nel fumo la cattedrale parigina. La divulgazione mediatica è stata rapida, toccante, genuina. Nella tragedia, perché di questo si tratta, gli occhi di tanti si sono accessi di quello stesso rogo e qualche lacrima è venuta in soccorso per spegnerlo.

Mentre osservavo ciò, nella mia immensa tristezza, è nato in me come un piccolo bagliore, uno scintillio: l’uomo ancora si ricorda del proprio animo. L’orrore, infatti, dilagato tra i post e la messaggistica istantanea, non è stato solo di coloro che vi vedono un luogo di culto, ma di tutti, nessuno escluso. Questo fatto mi ha lasciata riflettere a lungo.

Spesso, quando qualcosa ci tocca particolarmente, si utilizzano espressioni come: “bruciare di passione”, “ardere di sdegno”, etc; così come la speranza viene spesso paragonata ad una piccola scintilla o ad un fuoco che divampa (celeberrima l’espressione Hope is kindled, ovvero la speranza divampa, contenuta ne Il Signore degli Anelli. Il ritorno del Re).

Questo incendio ha davvero acceso in noi quell’interrogativo esistenziale che ci costringe a guardare meglio le nostre vite, le nostre giornate, che cedono pian piano all’urto del tempo: cosa resta? E nel fuoco di tale domanda, si risveglia in noi quell’estremo bisogno di sperare che non sia tutto perduto, che quel desiderio di un “per sempre buono” non sia davvero distrutto.

Così il dramma di Notre-Dame, che ci tiene incollati alla sua rovina, si fa davvero segno, segno che il nostro cuore non si è spento, segno dunque di una speranza che esige cura e deve essere preservata, non solo materialmente, ma in ciascuno di noi.

Notre-Dame arde. Noi con essa.

di Maddalena Maggiore

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