Esiste una retorica che trovo a dir poco insopportabile che vorrebbe ignorare il male in favore di una sorta di libertà, che altro non è che mera illusione di poter fare quel che si vuole a dispetto di pericoli oggettivi.
Questa retorica spicca nel dibattito sullo stupro e vorrebbe le donne assolutamente libere di vestirsi come vogliono, di non sottostare alla tirannia del maschio violentatore. Io sono del tutto d’accordo: la donna dovrebbe essere libera di andare in giro nuda senza timore che qualcuno l’aggredisca. Dovrebbe.
Purtroppo il mondo non è giusto, o come si suol dire “la giustizia non è di questo mondo”.
Il male esiste e non basta affermare a parole il bene per farlo scomparire; gli uomini malvagi esistono e non basta dire che dovremmo essere liberi dal loro giogo per far sì che di punto in bianco smettano di nuocere.
Gli stupratori esistono e non basta dire che la donna dovrebbe essere libera di mettere una minigonna senza ch’essi si sentano legittimati a togliere quel poco di stoffa che manca per ottenere ciò che desiderano.
Sarebbe come mandare un bambina da sola in un bosco pieno di lupi e dirle: “Va’ sicura, è tuo diritto camminare nei boschi senza che un lupo ti sbrani; piuttosto sono i lupi a dover essere addomesticati”.
Peccato che i lupi difficilmente si possano addomesticare, e anche se fosse non è qualcosa che si può fare dall’oggi al domani. I lupi non smetteranno magicamente di predare perché qualche fino intellettuale ha asserito che devono farlo; le bambine da sole in un bosco non smetteranno di essere attaccate perché uno di cui si fidavano ha assicurato loro che siccome i lupi dovrebbero smettere di attaccarle, allora sono libere di attraversare il bosco.
Gli stupratori sono sempre esistiti e sempre esisteranno, per quanti uno riesca ad educarne. Ammesso poi che sia poi così facile individuarli, dal momento che in questo tipo di crimine la bestia rimane ben nascosta fino al momento fatidico, proprio come un lupo acquattato tra i cespugli in attesa della preda.
In sostanza, penso siamo tutti d’accordo nel dire che una donna non dovrebbe temere gli uomini che le camminano accanto. Ma il punto sta in quel condizionale, come dicevo.
E illudere una donna di potere tranquillamente aggirarsi per la città mezza nuda senza paura, significa consegnarla direttamente nelle mani del carnefice; significa diventare complice involontario di quell’orrendo crimine.
Edoardo Dantonia: classe 1992, sono il più giovane e il più indegno di questo terzetto di spostati che si fa chiamare Schegge Riunite. Raccontavo storie ancor prima di saper scrivere, quando cioè imbastivo veri e propri spettacoli con i miei pupazzi, o quando disegnavo strisce simili a fumetti su innumerevoli fogli di carta. Amante della letteratura, in particolare quella fantastica e fantascientifica, il mio sogno è anche la mia più grande paura: fare della scrittura, cioè la mia passione, il mio mestiere.