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Riflessioni apologetiche

Gli antropologi e gli storici della religione laici, almeno per come giungono alla gente, si impegnano solamente a distruggere il Cristianesimo, non di rado appellandosi a teorie opposte negli stessi studi e addirittura manuali. Ci diranno che il Cristianesimo risponde a delle esigenze profonde dell’uomo ed è stato inventato a partire da questo come una nobile illusione, e questo sarebbe convincente se poi, sulla scorta dell’entusiasmo di chi solo conosce il vero, non si premurassero di ricordarci che è saltato fuori dal contatto dell’ebraismo con la filosofia. Ed anzi, dato che hanno visto dei tratti in comune sia con la filosofia greca che con quella orientale cercano di convincerci, e forse di convincere sé stessi, che il Cristianesimo sia venuto fuori dall’incontro fra queste varie e variegate idee, platonismo, ebraismo e idee orientali sbucare non si sa bene da dove. Il che, oltre ad ignorare alcune questioni storiche, tra cui il fatto non del tutto trascurabile che fino ad Agostino il platonismo non ebbe contatti con il Cristianesimo e che fino a Plotino era essenzialmente decaduto e diventato la.dimora degli scettici e che era una cosa propria delle classi altissime, mentre l’unica filosofia che era stata in grado di diffondersi un poco negli strati bassi della popolazione, che avrebbero costituito il nucleo portante della nuova religione, era il cinismo, complica estremamente la questione delle esigenze umane e ancora di più quella che riguarda quelle esigenze umane di cui solo il Cristianesimo ha avuto il coraggio di occuparsi. Il dramma dei bambini esposti non preoccupava nessuno, così come oggi l’aborto tocca una percentuale molto limitata di persone a livello teorico. Nessuno all’epoca si chiedeva se fosse bene o male abbandonare il proprio figlio; era una necessità ed una tradizione. Il dramma dell’abbandono però, oh se era sentito! Quanti miti ci raccontano di fanciulli abbandonati che tornano a riconquistare il loro regno, quanto della Commedia Neà è stato dedicato a figli esposti sopravvissuti che vengono infine riconosciuti dai genitori!
La verità è che di fondo il Cristianesimo è davvero originale; è nuovo perché osa, in maniera assolutamente spregiudicata e scandalosa, dire di essere la chiave non solo per risolvere il mistero dell’uomo, ma per abbracciarlo e sostenerlo; osa affermare, cosa che nessun’altra filosofia o religione ha mai fatto, che la moralità che si esprime dalla coscienza e dal cuore dell’uomo non è solo un bell’ideale, irrealizzabile sulla terra, ma ha una ragione profonda; osa dire allo stesso tempo che l’uomo, povero peccatore che è, non riesce a realizzare la sua moralità a pieno e in modo continuativo; osa mettere in correlazione quello che è scritto nel profondo dell’animo umano con tutto quello che all’esterno lo contrasta, il tutto senza provarne scandalo né paura. Il Cristiano sa che può essere redento, cosa che l’ebreo sperava ma non viveva, che il Platonico riduceva ad una liberazione della sua parte più spirituale dalle catene del corpo, che lo stoico riduceva ad un perdere sé stesso nel Logos disumano.
La verità è che esiste un’altra opzione anche per il più scettico, che normalmente lo studioso, per una qualche ragione poco scientifica, respinge a priori, ovvero che il Cristianesimo sia vero; che sia stato rivelato e donato per rispondere alle esigenze spirituali e pratiche dell’uomo; che quello che ha in comune con altre religioni e filosofie sono in realtà esse ad averlo in comune con lui; e soprattutto infine, cosa che ogni bambino cattolico si ritrova ad imparare abbastanza presto tramite qualche missionario, che il Cristianesimo non parla e non ha mai parlato solamente il latino delle torri d’Avorio. Infatti esso si è piegato fino a parlare il platonismo con i platonici, lo stoicismo con gli stoici, lo scetticismo con gli scettici; ha parlato il monoteismo con gli ebrei e poi con i musulmani e il trinitarismo e la venerazione dei santi con i pagani. Ha parlato il cinese e il giapponese così come il Nahuatl con un interesse ben più grande di quello dei mercanti; ha parlato il comunismo, il capitalismo e il liberalismo finanziario moderno, anche se la sua natura era profondamente fondata sulla sussidiarietà fin da sempre; ha parlato il vegetarianesimo e il veganesimo, ha parlato l’esperanto, il turco e il mongolo ed ora si piega fino a dialogare con gli antropologi e storici delle religioni, gente che balbetta ancora gattonando con la bocca sporca del latte irrancidito del positivismo di fronte alla sua storia millenaria. Si piega a parlare l’umanitarismo e il cosmopolitismo perché prima si era spinto fino all’identitarismo nazionale e al romanticismo. Il tutto sempre adattandosi ai luoghi e ai tempi e sempre senza perdere la sua natura, il suo nucleo fondante, il che di fondo è il vero mistero che gli atei dovrebbero contestare prima di poter iniziare la loro pars construens.
 
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Samuele Baracani: nato nel 1991, biellese, ma non abbastanza, pendolare cronico, cresciuto nelle peggiori scuole che mi hanno avviato alla letteratura e, di lì, allo scrivere, che è uno dei miei modi preferiti per perdere tempo e farlo perdere a chi mi legge. Mi diletto nella prosa e nella poesia sull'esempio degli autori che più amo, da Tasso a David Foster Wallace. Su ispirazione chauceriana ho raccolto un paio di raccontini di bassa lega in un libro che ho intitolato Novelle Pendolari e, non contento, ho deciso di ripetere lo scempio con Fuga dai Faggi Silenziosi.

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