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Quale Europa avrebbe sostenuto Voltaire?

Parlare di ciò che si conosce è ormai passato di moda almeno quanto conoscere ciò di cui si parla ed è così che ci si ritrova a dover veder citato Voltaire contro il chiudersi nel proprio orticello in un post apertamente pro UE. So che è brutta cosa prendersi gioco degli ignoranti, ma per questa volta non ho saputo evitare le risa a leggere una perla tanto stupenda. Potrà sfuggire ad un disattento lettore di citazioni apocrife prese da bioagiografie di secoli successivi al pensatore francese, ma a Voltaire il suo orticello piaceva davvero tanto. Talmente tanto che ha scritto un libro per dimostrare che il mondo è malvagio e l’unica possibile risposta è badare ai fatti propri.

– Benissimo detto, rispondea Candido, ma intanto bisogna coltivare il giardino.

Ora lo sappiamo tutti che neanche un centinaio di pagine di comicità leggera sono troppo pesanti per un uomo moderno del tutto impegnato a gettarsi su saggi colossali sui risvolti economici e finanziari delle barbabietole da zucchero in Uzbekistan, ergo la gaffe è pienamente giustificata.

Resta però una domanda di fondo: in quale Europa avrebbe creduto Voltaire? Se, per quanto cosmopolita convinto, il suo realismo cinico gli impediva di credere in un’ordine istituzionale superiore, vedeva una qualche possibilità di unire popoli diversi sotto un’unica bandiera? Chi ha spulciato le Lettere Filosofiche lo sa:

Entrate nella borsa di Londra, luogo più rispettabile di molte corti; vi vedete riuniti i deputati di tutte le nazioni per l’utilità degli uomini. Qui il giudeo, il maomettano e il cristiano discutono insieme come se fossero della stessa religione, e non danno dell’infedele se non a chi fa bancarotta; qui il presbiteriano confida nell’anabattista, e l’anglicano accoglie la promessa del quacchero. Uscendo da queste riunioni pacifiche e libere, gli uni vanno alla sinagoga, gli altri a bere; questo va a farsi battezzare in un grande bacino nel nome del Padre, dal Figlio allo Spirito Santo; l’altro fa tagliare il prepuzio del figlio e fa borbottare sul bimbo parole ebraiche che non intende affatto; questi altri vanno nella loro chiesa ad attendervi l’ispirazione divina con il cappello in testa e sono contenti tutti.

L’unica bandiera che unisce, secondo il nostro illuminista francese preferito, è il denaro. Con buona pace degli allegri idealisti che lo citano, se Voltaire avesse dovuto credere in una qualche Europa, avrebbe creduto in quella delle banche, l’unica che non piace a nessuno se non alle banche stesse.

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Samuele Baracani: nato nel 1991, biellese, ma non abbastanza, pendolare cronico, cresciuto nelle peggiori scuole che mi hanno avviato alla letteratura e, di lì, allo scrivere, che è uno dei miei modi preferiti per perdere tempo e farlo perdere a chi mi legge. Mi diletto nella prosa e nella poesia sull'esempio degli autori che più amo, da Tasso a David Foster Wallace. Su ispirazione chauceriana ho raccolto un paio di raccontini di bassa lega in un libro che ho intitolato Novelle Pendolari e, non contento, ho deciso di ripetere lo scempio con Fuga dai Faggi Silenziosi.

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