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Erminia, uno dei personaggi femminili della Gerusalemme Liberata

I personaggi femminili nella Gerusalemme Liberata

Per una qualche ragione, quando si studia la Gerusalemme Liberata si tende a concentrarsi sui personaggi maschili, dimenticando totalmente che ne esistono di femminili, e che questi sono tutt’altro che secondari, anzi, ad alcuni è riservato maggior spazio che agli uomini. Oltretutto il loro ruolo non è certo relegato a margine o a supporto degli eroi; spesso sono il centro della scena e parte fondamentale dell’intero svolgimento dell’azione. Uno degli handicap delle donne nel poema è che si tratta di guerra, ma proprio per questo esse ne vengono coinvolte, chi subendone le conseguenze, chi combattendo direttamente.

Sofronia

Il primo personaggio femminile che si incontra, illustrato con attenzione e approfondimento, è quello meno considerato dai critici, forse per il semplice fatto che le è dedicato solamente un intero canto, il secondo. Sofronia è una figura poco delineata se non nei suoi caratteri esemplari, ed è più uno speculum di perfezione femminile con cui la donna dovrebbe confrontarsi che altro. Le caratteristiche che vengono esaltate di lei sono principalmente due: l’attitudine al martirio per la propria fede e l’onestà. Sofronia è una donna devota, tanto che quando Olindo, innamorato di lei, compie il sommo sacrificio per morire al suo fianco, quello che lei gli dice è di pensare alla sua anima e non a queste fesserie.

Ciò che la guida è la sua fede, ma questo non le impedisce di essere donna; tant’è che, una volta passato il pericolo, risponderà alle attenzioni di Olindo. In lei, però, le caratteristiche femminili sono totalmente subordinate al suo essere di Dio. La sua figura riprende un modello, quello della vittima innocente, che si trova sia in Virgilio che in Stazio, anche se il finale della sua storia sarà molto più positivo. Ne risulta un’immagine che riprende quella della donna angelo, con la differenza che alla fine si arriva al congiungimento con l’amante. La sua figura rappresenta la capacità delle donne di essere pie e di sacrificarsi per ciò in cui credono.

La sua funzione, in ogni caso, è principalmente quella di introdurre nella storia uno dei personaggi femminili principali.

Clorinda

Sofronia viene salvata dall’intervento della donna più famosa della Gerusalemme, ovvero Clorinda. Il personaggio è molto più complesso e tridimensionale, e fra tutti probabilmente quello più approfondito, dato che ne conosciamo la storia fin dalla nascita. Figlia di sovrani dell’Etiopia, dato che nasce con la pelle bianca viene affidata dalla madre al servo Arsete che la porta via, crescendola come musulmana. Fin da piccola è poco incline alle arti femminili e molto di più a brandire le armi e così la ritroviamo a difendere la Città Santa dai crociati.

Dopo questa prima fugace apparizione, la vediamo soprattutto attraverso gli occhi di Tancredi, cristiano ma innamorato di lei al punto da andare contro i suoi compagni per difenderla. Questo finché non si arriva al fatidico duello fra i due, che si conclude con il suo ferimento a morte ed il battesimo da parte dell’uomo che la ama. Clorinda poi gli apparirà in sogno per spingerlo a combattere senza preoccuparsi di lei che è in Paradiso. Ancora, l’immagine di Clorinda sarà quella che distoglierà il guerriero dall’abbattere la foresta stregata.

Di certo la sua funzione è in qualche modo subordinata a quella del suo avversario, ma lo stesso si può dire di Tancredi. I due procedono in una maniera non dissimile da quella di Dante e Beatrice, anche se la frattura fra i due è più forte e la figura di Clorinda è delineata con molto più interesse. Ne risulta una donna vera, la cui grazia non è idealizzata, ma deriva dal suo esistere, dalle sue virtù e dalle sue scelte. L’interesse infatti sta in lei e non in lei come appare all’amante.

Le caratteristiche che vengono esaltate in lei sono la combattività e la ricerca della verità.

Erminia

Altra fra le figure femminili facilmente dimenticate, nonostante abbia un ruolo piuttosto importante. Inoltre qui, finalmente, si inizia a parlare veramente di femminilità. Erminia è una ex prigioniera di Tancredi che è rimasta affascinata dalla cortesia con cui è stata trattata durante la sua cattività. Il suo unico scopo è di riuscire a rendergli il bene che ha ricevuto, cosa che riuscirà a fare prendendosene cura quando sarà ferito nel duello finale con Argante.

La sua figura, delicata e semplice, per quanto delineata più che altro impressionisticamente, è fortemente realistica. Le sue caratteristiche principali sono l’attenzione per l’altro e la cura, oltre ad una grande tenerezza che si esprime sia nel suo muoversi per gli altri, sia nel suo fuggire di fronte a quello che potrebbe ferirla. A differenza di Sofronia e Clorinda, la forza di Erminia non sta nel suo affrontare di petto le avversità, ma nel suo persistere nella sua missione.

Armida

Ultima e più importante fra tutte le figure femminili della Gerusalemme Liberata è Armida. La figura è sicuramente ispirata all’Angelica dell’Orlando furioso, ma possiede una più grande complessità e profondità. Mandata per portare discordia nel campo cristiano e riuscita perfettamente nel suo intento, la donna non può fare a meno di innamorarsi di Rinaldo e rapirlo. Fino a questo momento il suo scopo è sostanzialmente di essere un espediente narrativo, principalmente come antagonista e ritardo all’azione. Quando però i compagni di Rinaldo arrivano a liberarlo, la donna acquista all’improvviso una tridimensionalità che non ci saremmo aspettati.

Prima il suo amore possessivo e poi il suo desiderio di vendetta la guidano, al di fuori di tutto quello che le era stato ordinato. Armida agisce sua sponte, e in totale libertà. Le sue scelte tradiscono una personalità volitiva ma fragile, che esalta la sua femminilità.

A differenza delle altre donne che abbiamo visto in precedenza, che si muovono sulla base di una personalità ben delineata ma statica, Armida evolve e muta, lasciandosi scolpire a tutto tondo da quello che le accade. Le sue decisioni, per quanto possano apparire improvvise, si basano su un qualcosa che emerge dal suo animo e che lei semplicemente cerca di inquadrare in una direzione particolare sfruttando la sua volontà.

La sua impulsività è semplicemente frutto della forza della sua volontà e della potenza delle emozioni che amministra solo decidendo quali seguire o meno. Armida si lascia vincere dall’amore per Rinaldo, abbandonando la sua missione, si lascia vincere dall’amore per Rinaldo cercando vendetta, si lascia vincere dall’amore per Rinaldo arrendendosi al suo abbraccio alla fine. Tutto quello che cerca è il modo di collocare questo amore, cosa che neanche Tancredi sa bene come fare. Per Tancredi è necessaria la morte di Clorinda perché non diventi vittima della sua passione. Armida invece ci cozza contro finché non la indirizza al meglio e per questo è forse uno dei personaggi meglio curati di tutta l’opera.

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Samuele Baracani: nato nel 1991, biellese, ma non abbastanza, pendolare cronico, cresciuto nelle peggiori scuole che mi hanno avviato alla letteratura e, di lì, allo scrivere, che è uno dei miei modi preferiti per perdere tempo e farlo perdere a chi mi legge. Mi diletto nella prosa e nella poesia sull'esempio degli autori che più amo, da Tasso a David Foster Wallace. Su ispirazione chauceriana ho raccolto un paio di raccontini di bassa lega in un libro che ho intitolato Novelle Pendolari e, non contento, ho deciso di ripetere lo scempio con Fuga dai Faggi Silenziosi.

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