Ed è così che viene il giorno e l’ora:
Già sai d’ogni errore aver raggiunto l’apice e l’abisso
E ancor tremi a riguardarti, invano.
Nel male del vivere affogarsi
Lottare e non morire mai a pieno
È il destino di chi sempre s’affanna
A fare il ben da solo.E speri che ancor possa la tua mano
Al danno riparar o che il sereno
Risplenda nuovamente,
Sul tuo male, spezzandone l’incanto,
Incerto già sul se della salvezza
E pur sul come. Divori la bile
E attendi, o Dio mio, liberazione.
Samuele Baracani: nato nel 1991, biellese, ma non abbastanza, pendolare cronico, cresciuto nelle peggiori scuole che mi hanno avviato alla letteratura e, di lì, allo scrivere, che è uno dei miei modi preferiti per perdere tempo e farlo perdere a chi mi legge. Mi diletto nella prosa e nella poesia sull'esempio degli autori che più amo, da Tasso a David Foster Wallace. Su ispirazione chauceriana ho raccolto un paio di raccontini di bassa lega in un libro che ho intitolato Novelle Pendolari e, non contento, ho deciso di ripetere lo scempio con Fuga dai Faggi Silenziosi.