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Yanez de Gomera

Il nome di Emilio Salgari ne evoca certamente un altro che non gli si può staccare: Sandokan. Però chi ha davvero letto il nostro autore sa bene che la figura del pirata bornese ha un ruolo notevole solo nel primo dei romanzi del ciclo malese e in Sandokan alla riscossa; in tutti gli altri appare come una figura ombrosa e in ombra, una grande figura tragica dotata ancora di una forza straordinaria e di una volontà d’acciaio, ma non più così centrale.  Fin da I pirati della Malesia la scena viene occupata dal suo caro amico, Yanez de Gomera.

Questo non è certo un caso. Fra i due fratelli Yanez è certamente quello più interessante. Dal punto di vista della personalità è più razionale e più sfaccettato, quindi molto più approfondibile rispetto al sanguigno Sandokan. Ma soprattutto gode di una delle più rare e incredibili storie in tutta la letteratura mondiale: fa della sua vita famigliare un’avventura.

Come è noto a tutti il ciclo malese si suddivide in due parti; la prima è quella della pirateria, per lo più legata alla vendetta di Sandokan e alle varie avventure che lo porta a vivere. Per semplificare molto, il tema principale in questa parte è la contrapposizione fra amore e guerra. La seconda è però di certo la più interessante. Di solito la si fa iniziare con La riconquista di Mompracem, ma in realtà, almeno per quanto riguarda il suo cambio di ideali, inizia un pochino prima. C’è un momento ne Le due Tigri in cui i nostri eroi stanno cercando di raggiungere Suyodhana e trovano una fanciulla ferita, Surama. Yanez se ne innamora, e questo è uno degli amori più singolari nella storia della letteratura. La vicenda dell’innamoramento ha uno spazio ridottissimo rispetto agli episodi lunghi e alle vicende complesse della maggior parte delle narrazioni salgariane. Eppure si tratta della storia d’amore più completa mai raccontata dall’autore. Il secondo ciclo ha come tema questo, se proprio vogliamo considerarne uno: il portoghese che, conquistato un regno per la sua sposa, difende la sua famiglia dalle insidie che la assediano.

Yanez è uno dei pochissimi avventurieri che non si sistemano sposandosi, e dunque per cui il matrimonio non è un uscire di scena dalla vita, ma un affermarsi ancora più prepotentemente come protagonisti. Prima la sua casa da difendere era un isolotto o un praho, ora è un regno. Prima disprezzava a sufficienza la vita da poterla rischiare esponendosi in prima persona; ora deve affidarsi ai servigi di molti amici tra cui Kammamuri e lo stesso Sandokan per non perdere né sé stesso, né nessuno dei suoi cari. Questo potrebbe apparire come un limite, ma in realtà è la sua grande ricchezza, così come è la vera ricchezza di chiunque si accasi. Certo, la modernità e la tecnologia potranno aver convinto l’uomo di potercela fare da solo (leggasi pagando), ma la realtà ci pone costantemente di fronte delle difficoltà che non possiamo reggere con le nostre sole forze, né materialmente, né psicologicamente. L’aiuto impersonale dello stato potrà anche fingere di poter provvedere al primo caso, ma il secondo ha certamente bisogno di rapporti vivi e forti.

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Samuele Baracani: nato nel 1991, biellese, ma non abbastanza, pendolare cronico, cresciuto nelle peggiori scuole che mi hanno avviato alla letteratura e, di lì, allo scrivere, che è uno dei miei modi preferiti per perdere tempo e farlo perdere a chi mi legge. Mi diletto nella prosa e nella poesia sull'esempio degli autori che più amo, da Tasso a David Foster Wallace. Su ispirazione chauceriana ho raccolto un paio di raccontini di bassa lega in un libro che ho intitolato Novelle Pendolari e, non contento, ho deciso di ripetere lo scempio con Fuga dai Faggi Silenziosi.

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