C’è una tendenza tutta moderna di trarre soldi da qualcosa di malvagio, rigettandone integralmente la responsabilità. Il bieco profittatore si giustifica dicendo che non è lui direttamente a fare il male e che se non lo facesse lui, qualcun altro lo farebbe; quindi meglio che il denaro lo guadagni il diavolo che si conosce rispetto a quello che non si conosce.
Ci sono diverse cose davvero inquietanti di questa mentalità che mi propongo di elencare con la maggior completezza possibile. Innanzitutto presuppone che tutto il mondo sia composto non solo di esseri cinici e malvagi, ma di esseri più cinici e malvagi rispetto a chi se ne approfitta, con la velata minaccia che, se ci fosse qualcun altro di meno civile, le cose andrebbero assai peggio. Il caso dell’attuale guerra in Siria e Iraq è emblematico di questo e della sua assurdità: se americani, turchi e israeliani non avessero appoggiato, comprato petrolio e venduto armi allo Stato Islamico l’avrebbe certamente fatto qualcun altro di peggiore. Viene da chiedersi chi, dato che tutte le altre forze in campo sono dichiaratamente schierate contro è che non restano altri confini attraverso cui farle passare. Anche se Assad di certo non è un santarellino, ha evitato di macchiarsi di questa colpa perché avrebbe rafforzato i suoi nemici. D’altra parte se armi e quant’altro fossero venute da qualche altra parte sarebbero state con tutta probabilità meno numerose e meno buone; se l’IS non avesse venduto il suo petrolio alla Turchia, d’altro canto, non avrebbe avuto minimamente il denaro per sostenere uno stato e finanziare il terrorismo in Turchia come in Occidente. Ma a parte questa menzogna, mi sfugge proprio la proclamazione della propria superiorità, quando poi si fanno le stesse cose dei criminali. Un’altra faccenda simile è la questione dell’eutanasia: di fondo pagare 10000 euro in una clinica Svizzera per farsi addormentare solo perché lì è legale mi sembra molto più sciocco del chiudersi in un’auto e farsi lentamente soffocare dal gas. L’unica differenza con chi si butta sotto un treno è che il treno potrebbe essere in ritardo (soprattutto in Italia che, com’è noto, è un paese meno civile). Quello che promette la clinica Svizzera è semplicemente una morte confortevole degna delle più terribili pubblicità di poltrone e divani. Di per me per il suicidio preferirei l’adrenalina della caduta da un ponte, ma sono certo che la modernità presto ne farà un business legale e non meno confortevole di quello del veleno che ti ammazza senza dolore. Il punto è sempre che chi pratica queste cose si presenta come uno che deve fare il lavoro sporco, altrimenti lo farà presto qualcun altro di meno gentile; peggio ancora si presenta come colui che si fa carico della colpa quando in realtà ne scarica l’intera responsabilità. Ci diranno sempre che il suicida assistito lo voleva; ci diranno che uno vende le armi e poi la colpa è di chi le usa;ci diranno, forse in un giorno non lontano, che non ci sarebbe il problema della dipendenza dalle droghe, se la gente non le comprasse, ed altre consimili fesserie che possono anche essere vere, ma sono parti di verità usate per mentire.
Samuele Baracani: nato nel 1991, biellese, ma non abbastanza, pendolare cronico, cresciuto nelle peggiori scuole che mi hanno avviato alla letteratura e, di lì, allo scrivere, che è uno dei miei modi preferiti per perdere tempo e farlo perdere a chi mi legge. Mi diletto nella prosa e nella poesia sull'esempio degli autori che più amo, da Tasso a David Foster Wallace. Su ispirazione chauceriana ho raccolto un paio di raccontini di bassa lega in un libro che ho intitolato Novelle Pendolari e, non contento, ho deciso di ripetere lo scempio con Fuga dai Faggi Silenziosi.