Un’allegra follia ha spinto due schegge nella bassa emiliana questa domenica, fino all’Agriturismo San Giuseppe, vicino a Reggio per partecipare ad un evento straordinariamente ordinario. Una messa, un buon pasto, un pomeriggio tra canti e discorsi edificanti di fondo non hanno nulla di particolare nel mondo cattolico e le persone simpatiche e affabili non sono rare come potrebbe sembrare.
Resta però straordinario il fatto di sentirsi a casa pur non conoscendo ancora nessuno, pur provenendo da luoghi diversi e da ambienti molto diversi e che per il mondo sono spesso inconciliabili, che dovrebbero guardarsi con fastidio e snobismo reciproco. Ho fatto amicizia con un magazziniere più giovane di me e sua moglie che per caso erano seduti davanti a me, io che sono un universitario delle scienze impratiche, quelle che si vanno a studiare per guardare gli altri dall’alto della propria cultura. Resta questa cosa che si chiama comunione e che non è possibile senza che Cristo sia presente dove due o tre o cento siano riuniti nel suo nome. Resta una semplice allegrezza che non si fa minare da tutti i pasticci che possono capitare, tutti gli inconvenienti, tutti i piccoli limiti che ci possono essere e che sarebbero stati uno scandalo in un qualsiasi altro posto e tempo. Restano i visi belli e gli occhi pieni di una strana pace.
Restano tutte queste cose, perché non è stato semplicemente un bell’evento, un ritrovo tra gente che ha gli stessi ideali e le stesse idee e neanche un ritrovarsi insieme per celebrare l’appartenenza ad un gruppo o ad una realtà; d’altra parte non è la realtà o il gruppo cui tenderei (da sciocco borioso qual sono) naturalmente. Ma in questa assoluta semplicità, anche uno con la puzza al naso come me non può che perdersi in questa bellezza che nulla ha di naturale. Non era la somma e dei volti, come le canzoni non sono semplicemente la somma delle parole, dei suoni e dei concetti, era lo splendore di Dio che riluceva su questi.
Se non vi ho annoiato abbastanza, potete trovarli qui: https://mienmiuaif.wordpress.com/
https://www.youtube.com/watch?v=wZNm0xWIwgE
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Samuele Baracani: nato nel 1991, biellese, ma non abbastanza, pendolare cronico, cresciuto nelle peggiori scuole che mi hanno avviato alla letteratura e, di lì, allo scrivere, che è uno dei miei modi preferiti per perdere tempo e farlo perdere a chi mi legge. Mi diletto nella prosa e nella poesia sull'esempio degli autori che più amo, da Tasso a David Foster Wallace. Su ispirazione chauceriana ho raccolto un paio di raccontini di bassa lega in un libro che ho intitolato Novelle Pendolari e, non contento, ho deciso di ripetere lo scempio con Fuga dai Faggi Silenziosi.