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I doni di Dio: persone, parole di carne e sangue

Dio si è fatto bambino, Dio si è fatto carne! La teologia chiama questo evento “seconda creazione dell’uomo” perché in essa l’uomo può essere assunto in Dio per l’adozione a figlio in Cristo.

Nella prima creazione l’uomo, inizialmente solo, comincia a nominare il creato, ma non trova nulla che lo compia, che sia a lui pari. Si ritrova solo, prova solitudine, nostalgia. Il suo compimento non si realizza nella gnosi, nella conoscenza intellettuale. Il suo compimento, la strada della sua realizzazione è nella carne.

Dio crea e pone accanto all’uomo la donna.

Ella è la sua compagna, la sua amante, la sua sposa.

Ella è carne della sua carne!

Dio si fa bambino, Dio si fa carne e ancora una volta come strada, come via per il compimento di questa incarnazione è scelta la donna, la Vergine Maria. Ancora una volta la donna è la strada di carne, carnale, incarnata attraverso cui passa per l’uomo la salvezza.

Nella prima creazione veniva indicata all’uomo l’impossibilità della via gnostica, e l’esclusività della via dell’amore, la via coniugale, sponsale, paternale e maternale, generativa, comunionale.

Nella seconda creazione viene indicata l’impossibilità per l’umanità abbandonata a sé stessa di salvarsi da sé: viene cioè indicato all’uomo e alla donna di non potersi compiere da sé stessi, in sé stessi e per sé stessi, la loro vita d’amore è insufficiente.

Dio si fa carne, entra nella carne ricordando all’uomo e alla donna la statura della sua vocazione, l’amore (esclusivamente divino), ricordando loro cioè Sé Stesso. Dio Padre ha mandato il Suo Figlio eterno, il Suo Verbo eterno nel mondo, nella carne manifestando il suo amore fedele, tenace, ultimo, non abbandonandoci al nostro erramento erroneo, al nostro vagabondaggio, al nostro vagabondare errante, alla nostra alienazione, alla nostra perenne distrazione.

Nella prima creazione Dio dona nella carne all’uomo la donna, nella seconda creazione Dio Padre dona all’uomo nella carne e attraverso la carne della Donna, Maria, Dio stesso, Suo Figlio.

Nella prima creazione Dio ha detto all’uomo una parola di carne, la donna. Nella seconda creazione Dio Padre ha detto all’uomo la Sua Parola, il Suo Verbo, il Figlio incarnato, il Suo Bambino di carne.

 

«Se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato!»

Cormac McCarthyLa Strada

 

«Gesù Cristo, bambina, non è venuto per dirci frivolezze,
Capisci, non ha fatto il viaggio di venire sulla terra,
Un grande viaggio, detto tra di noi,
(E stava così bene là dove era).
(Prima di venire
Non aveva tutte le nostre preoccupazioni),
Non ha fatto il viaggio di scendere sulla terra
Per venire a contarci indovinelli
E barzellette.
Non c’è il tempo di divertirsi.
Lui non ha messo, non ha impiegato, non ha speso
I trentatré anni della sua vita terrestre,
Della sua vita carnale,
I trent’anni della sua vita privata,
I tre anni della sua vita pubblica,
I tre giorni della sua passione e della sua morte,
(E nel limbo i tre giorni del suo sepolcro).
Non ha messo, non ha impiegato, non ha speso tutto questo,
I suoi trent’anni di lavoro e i suoi tre anni di predicazione e i
suoi tre giorni di passione e di morte,
I suoi trentatré anni di preghiera,
La sua incarnazione, che è propriamente il suo incarnamento,
La sua messa in carne e in carnale, la sua messa in uomo e
La sua messa in croce e la sua messa nella tomba,
La sua messa nel carnale e il suo supplizio,
La sua vita d’uomo e la sua vita d’operaio e la sua vita di prete
e la sua vita di santo e la sua vita di martire,
La sua vita di fedele,
La sua vita di Gesù,
Per venire in seguito (nello stesso tempo) a contarci frottole.
[…]
No, no, bambina e Gesù non ci ha neanche dato delle parole
morte
Che noi dobbiamo chiudere in piccole scatole
(O in grandi).
E che dobbiamo conservare in olio rancido
Come le mummie d’Egitto.
Gesù Cristo, bambina, non ci dà delle conserve di parole
Da conservare,
Ma ci ha dato delle parole vive
Da nutrire.
Ego sum via, veritas et vita,
Io sono la via, la verità e la vita.
Le parole di (della) vita, le parole vive non si possono conservare che vive,
Nutrire vive,
Nutrite, portate, scaldate, calde in un cuore vivo.
Per nulla conservate ammuffite in piccole scatole di legno o di
cartone.
Come Gesù ha preso, è stato costretto a prendere corpo, a
rivestire la carne
Per pronunciare queste parole (carnali) e per farle intendere,
Per poterle comunicare,
Così noi, ugualmente noi, a imitazione di Gesù,
Così noi, che siamo carne, dobbiamo approfittarne,
Approfittare del fatto che siamo carnali per conservarle, per
scaldarle, per nutrirle in noi vive e carnali,
[…]
Come una madre carnale nutre, e fomenta sul suo cuore il suo
ultimo nato,
Il suo lattante carnale, sul suo seno,
Ben posato nella piega del suo braccio,
Così, approfittando del fatto che siamo carnali,
Dobbiamo nutrire, abbiamo da nutrire nel nostro cuore,
Con la nostra carne e col nostro sangue,
Col nostro cuore,
Le Parole carnali,
Le Parole eterne, temporalmente, carnalmente pronunciate.
Miracolo dei miracoli, bambina, mistero dei misteri.
Perché Gesù Cristo è divenuto nostro fratello carnale
Perché ha pronunciato temporalmente e carnalmente le parole
eterne,
In monte, sulla montagna,
È a noi, infermi, che è stato dato,
È da noi che dipende, infermi e carnali,
Di far vivere e di nutrire e di mantenere vive nel tempo
Quelle parole pronunciate vive nel tempo».

Charles PeguyIl Mistero del portico della seconda virtù

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Francesco Tosi: 1986 Rimini, avevo così voglia di vivere che sono nato prima di nascere (al quinto mese), poi ho continuato a nascere e rinascere nel corso della mia vita, in spirito, acqua e sangue.
Filosofo per forma mentis e formazione, letterato e Teo-filo per passione, editore digitale per professione, fanno di me un cultore del verbo e servitore della parola (altrui).
Autore di tesi di laurea su un cardinale della Chiesa Cattolica, ex gesuita, von Balthasar, e su un letterato anglicano, Lewis che hanno in comune una visione teo-drammatica dell’esistenza, sto ultimamente dilettandomi nella loro revisione e pubblicazione.

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